Domenico Carella

Scrittore e giornalista
PER CONOSCERMI MEGLIO

I MIEI LIBRI

Undici libri scritti e pubblicati, di cui due racconti, una biografia e sette dedicati alla storia dello sport ed in particolare a quella del Foggia Calcio. Non ho mai vissuto alcune partite, certi istanti e proprio per questo ho cercato di informarmi e documentarmi. Poi la scintilla. Dovevo salvaguardare quello scorcio di memoria che il tempo avrebbe potuto cancellare. Pur non avendo visto quelle partite, tramite un lavoro di ricerca e le interviste ai protagonisti dell’epoca, ho provato a dare memoria dei capitoli più belli della storia sportiva della mia città.

DIAVOLO DI UN SATANELLO

DIAVOLO DI UN SATANELLO, retroscena, aneddoti e scherzi nella storia del Foggia dal ’68 al ’90

Vuoi sapere cosa succedeva tra il 1968 ed il 1990 nello spogliatoio del Foggia? Ti piacerebbe scoprire i retroscena di 22 anni di calcio foggiano attraverso aneddoti e scherzi fatti da dirigenti, calciatori e giornalisti? Vuoi conoscere quello che si è sempre celato dietro la porta dello spogliatoio dello Zaccheria? Questo, allora, è il libro adatto per te. Leggerai di un istrionico Puricelli, di uno spassosissimo Bordon e delle ferree regole del “sergente di ferro“ Toneatto, puntualmente eluse dai calciatori. Ma anche di un insolito Zeman. Riuscirai a sorridere leggendo le avventure della tua squadra del cuore. 

Per scrivere questo volume l’autore ha realizzato 32 interviste agli storici personaggi legati al Foggia tra cui: Peppino Affatato, Franco Altamura, Dario Annecchino, Roberto Balestri, Franco Bergamaschi, Antonio Bordon, Vincenzo Cangelosi, Pasquale Casillo, Mauro Colla, Paolo De Giovanni, Fabio Enzo, Fabio Fratena, Maurizio Iorio, Franco Mancini, Maurizio Memo, Juan Carlos Morrone, Aldo Nicoli, Vittorio Cosimo Nocera, Giuseppe Pavone, Gianni Pirazzini,, Lino Rabaglietti, Giovanni Roccotelli, Delio Rossi, Armando Russo, Franco Sante, Lello Sciannimanico, Corrado Tamalio, Lauro Toneatto, Raffaele Trentini, Antonio Troisi, Claudio Turella, Zdenek Zeman.

E IL DIAVOLO CI MISE LA CODA

E IL DIAVOLO CI MISE LA CODA

È un “instant book”, scritto sull’emotività e sull’attualità di un evento al passato prossimo che racchiude le immagini più suggestive e significative di un’intensa due giorni tenutasi recentemente a Foggia. Foggia è una città che ha saputo farsi amare e farsi conoscere attraverso il calcio; una città che ha saputo mettere da parte per anni tutte le sue difficoltà, identificandosi con la propria ‘squadra del cuore’. Quest’ultima ha rappresentato per molti foggiani un motivo di riscatto sociale, una valvola di sfogo formidabile, che ha fatto le fortune dei Rossoneri e dei loro sostenitori: «U’ Fogge» era per Foggia quello che la Torre Eiffel è per Parigi, o il Colosseo per Roma. Era l’emblema sotto il quale veniva identificato un intero popolo non solo in Puglia, ma in tutta Italia e persino all’estero.

Perdere questo simbolo, con l’amara discesa in Serie D, per molti ha significato perdere tutto. Ecco dove risiedono, dunque, l’origine e la motivazione che sono alla base dell’iniziativa; ecco la ratio ‘sportiva’ e ‘socio-culturale’ della manifestazione Il passato che dona il futuro. I Rossoneri del passato dovevano tornare a Foggia per testimoniare la grandezza della storia dei satanelli, per sostenere che il calcio alle nostre latitudini non può scomparire nell’anonimato, e magari anche per risvegliare la coscienza di chi può salvare la squadra della propria città ma non l’ha ancora fatto.

GI4NNI PIR4ZZINI

una vita da capitano

GIANNI PIRAZZINI, una vita da capitano

Un viaggio lungo 324 pagine nella vita di Gianni Pirazzini, storico capitano e bandiera del Foggia Calcio, è quello che troveranno i lettori in “GI4ANNI PIR4ZZINI – Una vita da Capitano”, il nuovo libro del giornalista Domenico Carella. Con la prefazione di Franco Ordine, il volume è interamente dedicato allo storico numero quattro del calcio foggiano. Il capitano, il mito. Un volume ideato per non disperdere l’immenso patrimonio che la storia della squadra di calcio cittadina ci offre e che “il C4pit4ano” ha attraversato trasversalmente, dalla fine degli anni Sessanta all’inizio degli anni Ottanta sul campo e per altri ventitré anni nel ruolo di dirigente, responsabile del settore giovanile, direttore sportivo e team manager. 


Domenico Carella ha raccolto una storia bellissima, degna di un film, ricca di colpi di scena e di momenti indimenticabili, raccontata in prima persona da Gianni Pirazzini, quel ragazzo biondo, nato sotto le bombe della seconda guerra mondiale, che divenne uomo stringendo al braccio un laccio bianco su una maglia rossonera, quella del suo Foggia. E che per l’occasione ha aperto il suo album dei ricordi di famiglia, regalando al lettore oltre 400 foto inedite.

FOGGIA-INTER 3-2,

31 gennaio 1965, l'impresa degli eroi di Pugliese

FOGGIA – INTER 3-2, L’impresa degli eroi di Pugliese

«Fra un anno, fra due, fra tre a Foggia si parlerà ancora di questa partita e di questa vittoria: e lo sguardo di molti s’illuminerà ancora di soddisfazione quando, ricordandone e raccontandone gli episodi, potranno dire: “io c’ero”» (Gino Palumbo, Corriere della Sera 1 febbraio 1965). Il sogno tramutato in realtą. La partita più bella della storia del calcio foggiano raccontata dai diretti protagonisti. A distanza di cinquant’anni, l’epica Foggia – Inter 3-2 continua ad essere un pezzo prezioso della storia della nostra città, non solo sportiva. Quel 31 gennaio del 1965 la piccola Foggia ebbe un sussulto d’orgoglio e riscatto sociale, riuscendo a superare sul campo, ad armi pari, i temibili campioni nazionali, continentali e mondiali dell’Inter. Proprio quella invincibile corazzata, comandata dal mago Helenio Herrera, naufragò sotto i colpi  del bomber Vittorio Cosimo Nocera e dei ragazzi del vulcanico Oronzo Pugliese.

Questo libro si propone di ripercorrere le tappe di quell’evento storico attraverso le interviste al capitano Ciccio Patino, alla moglie del bomber Anna Nocera, al figlio del presidente Gioacchino Rosa Rosa, ai calciatori Giorgio Majoli, Romano Micelli, Roberto Oltramari, ai giornalisti Franco Ordine e Antonio Troisi e ai tifosi doc Peppino Baldassarre, Romano Bucci e Pino Cicolella. Le dichiarazioni di Sandro Mazzola, stella nerazzurra e della Nazionale Italiana, impreziosiscono il testo. Foggia – Inter 3-2 non vuole essere solo un libro di storia calcistica, ma una fiaba, di quelle in cui tutti sappiamo il finale ma della quale mai ci stancheremo di sentirne parlare.

IL FOGGIA DEL '76

Il miracolo di Balestri, la vittoria di Pirazzini e Lodetti

IL FOGGIA DEL ’76 – Il miracolo di Balestri, la vittoria di Pirazzini e Lodetti

«Di quel campionato vinto dal Foggia di Balestri ricordo due promettenti giovani della primavera: Corrado Tamalio, lanciato in casa contro la Reggiana, che fece esplodere lo Zaccheria con un gol superbo all’esordio, e Moreno Grilli, che firmò a La Favorita il gol che valse l’1-1 contro il Palermo. Due ragazzi, Tamalio e Grilli, che Roberto Balestri aveva allevato con la mollichella al Florio, centro di allenamento della formazione Primavera. Entrambi hanno fatto una buona carriera e io li ricordo con molto affetto. A quell’epoca il Foggia sapeva ben curare il settore giovanile, da cui ogni anno pescava talenti: ricordo tra i tanti c’era Maurizio Iorio, che fece la fortuna della società. Il Foggia lo cedette al Torino in cambio di un miliardo e duecento milioni di vecchie lire più cinque giocatori. Erano questi i colpi che sapeva mettere a segno il presidentissimo don Antonio Fesce. È proprio da lui che si dipana l’epoca più bella della storia del Foggia e, inevitabilmente, la storia che andrete a leggere in questo libro». (Tratto dalla prefazione)

“Il Foggia del ’76” è un libro dedicato ad una selle squadre più forti della storia del Foggia. Non solo tecnicamente ma anche e soprattutto moralmente. Dopo un’avvio stentato in campionato e l’esonero del tecnico Cesare Maldini, il gruppo si ricompatta con il giovane Roberto Balestri in panchina, prelevato dalla formazione Primavera. Dal rischio retrocessione alla promozione in Serie A, in un crescendo di vittorie per 1-0, con la forza della difesa granitica e di un attacco che sapeva come e dove colpire. Restano emblemi di quella stagione il colpo di testa di Pirazzini che vale l’1-0 al Pescara, segnato al minuto 88′ con i rossoneri in inferiorità numerica, e il colpo di testa di Turella al Novara che capitalizza un perfetto cross di Toschi e porta ufficialmente i rossoneri in quello che è il paradiso del calcio italiano. Il libro svela aneddoti e curiosità della stagione, con tabellini delle partite e analisi storica. Ancora oggi, quando i calciatori di quegli anni si rivedono, tra le tre promozioni in Serie A degli anni Settana, ricordano con gioia ed entusiasmo quella di Balestri, perché fu la vittoria di un gruppo che da spaccato si trasformò in granitico.

CICCIO PATINO

L'ala che fece volare il Foggia

CICCIO PATINO, l’ala che fece volare il Foggia
Patino era un’ala di quelle di un tempo mai passato di moda che vivevano ai confini del rettangolo; quasi una sorta di reclusi dentro una striscia piccolissima di campo, per preparare poi gli scatti, i dribbling e gli allunghi, i cross per le teste dorate di Nocera e Oltramari, di Matteo Rinaldi che avanzava ad ogni calcio d’angolo come gli capitò di fare, tra l’incredulità collettiva, a Firenze nel debutto assoluto in serie A, segnando un gol che ammutolì lo stadio. “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e Ciccio Patino. Era l’idolo, chissà se lo ricorda ancora, mio fratello Beppe che ne imitava per strada i dribbling secchi, tentando di volare sul marciapiede di via Pesola come il suo idolo faceva lungo la pista d’atletica dello Zaccheria. Cominciò allora, in quegli anni teneri e indimenticabili, la nostra, mia e di mio fratello, passione per
il Foggia, la squadra di calcio che cominciava la sua scalata verso vette inesplorate.

Patino era l’idolo di mio fratello e per questo motivo cominciò a diventare quasi uno di famiglia a casa nostra: perché lui voleva la maglia numero 11, come appunto quella indossata dal capitano di cento vittorie; perché ne imitava le finte durante le sfide di strada; perché lasciava crescere la stessa zazzera bionda con la inevitabile differenza che Beppe non usava la brillantina e la riga per tenere a bada i ciuffi ribelli (la pettinatura scelta da Patino). Noi fratelli Ordine amavamo quella generazione di calciatori-eroi che ci ha trascinato fino alle soglie della maturità, che ci ha fatto adorare la nostra città, che è riuscita a trasformare gli scomodi gradoni dello Zaccheria in una sorta di cattedrale dove andare a ‘pregare’ tutte le domeniche pomeriggio”.
Dalla Prefazione di Franco Ordine.

FOGGIA 100

La categoria... un dettaglio

FOGGIA 100, La categoria… un dettaglio

La trascrizione del documentario video “Foggia 100, la categoria un dettaglio”, pubblicato su Foggiasport24.com e sui suoi canali Social nel nuovo libro di Domenico Carella per Edizioni Fogliodivia.

Il boato è incredibile e scuote la città. Accoglie l’ingresso delle squadre in campo. Lo stadio è una bolgia, i tifosi sono degli indemoniati. Urlano, battono le mani ed i piedi sui tavoloni di legno. Ne viene fuori un suono cupo, tetro, spettrale. Il “Pino Zaccheria” è un inferno per tutti gli avversari del Foggia. E in quell’inferno, naturalmente, i Satanelli si sentono a casa, pronti a sconfiggere qualunque squadra, al di là del blasone dell’avversario, degli scudetti cuciti sulla maglia e dei campioni che ne affollano la rosa. Quella del Foggia Calcio è una storia avvincente, iniziata nel 1920 e giunta al prestigioso traguardo del centenario. Una storia fatta di successi e sconfitte, gioie e dolori, vissute con la filosofia indicata dai tifosi in uno striscione negli anni Novanta, che recitava: «Meglio soffrire per poi gioire, che illudersi e poi morire». Cento anni caratterizzati dall’affetto della gente e mai venuto meno, tanto in Serie A quanto in D.

 

Questo libro è il racconto della storia del club rossonero vista con lo sguardo del giornalista Domenico Carella nel corso della sua esperienza lavorativa. E’ come un romanzo, che l’autore ricostruisce attraverso le testimonianze che i diretti protagonisti (oltre 40 tra calciatori e tecnici) gli hanno rilasciato per un video-approfondimento realizzato per la testata Foggiasport24.com.
E’ un viaggio indietro nel tempo, un mosaico di storie che parlano della passione ardente verso lo sport del calcio. Verso l’amore incondizionato per il Foggia. Dal 1920 al 2020 ed oltre. Ieri, oggi, domani, per sempre.
Prefazione di Franco Ordine, giornalista sportivo.

MATTEO LA TORRE

Storia di un imprenditore

MATTEO LA TORRE
Storia di un imprenditore

L‘affascinante storia di Matteo La Torre, un bambino “nato adulto”, cresciuto nella Foggia degli anni cinquanta con la passione per il lavoro. Nella sua infanzia non ci sono giochi a causa della morte della sorellina Amelia, investita da un camion quando aveva solo 5 anni. Per sottrarlo ai pericoli della strada i genitori, Carolina e Raffaele, lo impegnano come ragazzo di bottega in un forno, a meno di dieci anni di età. Il primo contatto con il mondo del lavoro fu la scintilla per proseguire in una lavanderia, in un cantiere edile, in un cementificio e in un negozio di articoli per la casa, gestito dal signor Luigi D’Onofrio che diventerà il “Profeta” di Matteo, vaticinando il suo sicuro successo.

 

A quindici anni si trasferisce nel negozio di zio Nicolino, in via Salomone a Foggia e lì scopre la sua unica vocazione: il commercio nel mondo degli elettrodomestici. Diventa esperto riparatore ed effettua riparazioni a domicilio oltre gli orari di lavoro. Poi aprirà il suo primo negozio a 17 anni, nel 1965 in un impetuoso moto di crescita che lo ha portato oggi ad avere un ruolo prestigioso in Euronics Italia, 31 punti vendita diretti in cinque regioni italiane, 90 punti vendita affiliati e oltre 800 dipendenti. Il libro vuole promuovere ai giovani la cultura del sacrificio e del lavoro.

ZEMANLANDIA

Quando il Foggia insegnò al mondo a giocare a calcio

ZEMANLANDIA
Quando il Foggia insegnò al mondo a giocare a calcio

Finalmente un volume di prestigio sul Foggia di Zeman! Si tratta di ‘Zemanlandia, quando il Foggia insegnò al mondo a giocare a calcio’, scritto dal giornalista Domenico Carella, corredato da oltre cinquecento foto di Ernesto Tufo e Giuseppe Panniello (Casa della Fotografia) ed edito da Enzo Palma e dalla squadra di Sinkronia. Il testo è impreziosito dalla prefazione di Zdenek Zeman e dai testi di Peppino Pavone e Franco Altamura.

IL VOLUME – L’idea di questo libro (oltre 280 pagine) va oltre il semplice racconto, ma punta a cristallizzare in fotografie d’autore e parole, uno dei momenti più belli del calcio italiano. Si fa sintesi fra ricordo, immagine e storia di quel Foggia che, fra gli anni ‘80 e ‘90, stupì il mondo con spettacolo e gioia. Un ricordo identificato nel ‘dio pallone’ e immortalato nell’uomo simbolo di quelle imprese, Zdenek Zeman.

GLI AUTORI – Domenico Carella, giornalista sportivo che segue le sorti del Foggia per il Corriere del Mezzogiorno, ha fatto un collage variopinto di quegli anni, che attraverso lo sport si trasformarono in un riscatto sociale anche per la città e soprattutto per i foggiani. Così Sinkronia ha costruito con l’autore un libro-almanacco, dove il racconto gira attorno a foto bellissime dell’epoca riaffiorate dall’archivio storico del duo Panniello-Tufo, testimoni e fotografi di un’epoca irripetibile.

L’EDITORE – Un’impaginazione, dell’Art Director Enzo Palma, che entra nel ricordo e nel cuore dei foggiani e che fa di ‘Zemanlandia, quando il Foggia insegnò al mondo a giocare a calcio’, un volume che non può mancare nella libreria del vero tifoso rossonero.

LE DICHIARAZIONI – “Il percorso calcistico che ho voluto raccontare – ha dichiarato Domenico Carella – ha come figura centrale Zdenek Zeman, dal quale però si dipana una storia che coinvolge il vulcanico ma quanto mai concreto presidente del Foggia Calcio, Pasquale Casillo e un direttore sportivo lungimirante come Peppino Pavone. Ma soprattutto in questa favola protagonista è la gente di Foggia, che ha contribuito con un affetto (ancor oggi straripante per il boemo), a trasformare quel periodo nella Zemanlandia di tutti.

 

E’ stato divertente descrivere quel periodo storico in cui undici sconosciuti in maglia rossonera mettevano in difficoltà squadre blasonate e campioni del calcio internazionale. Sconosciuti divenuti poi famosi grazie alla maglia rossonera e a Zeman. Un fenomeno fatto di sorrisi, verticalizzazioni e gradoni, che riuscì a trascinare una città, Foggia, al centro dell’attenzione nazionale, ma anche mondiale”.

I CONTENUTI – Nel libro si ripercorrono tutte le tappe di Zemanlandia allo Zaccheria, anno per anno, partita dopo partita, gol dopo gol. Un susseguirsi di emozioni raccontate in immagini, numeri e aneddoti, oltre a un’analisi delle cause che hanno portato il fenomeno del 4-3-3 ad attecchire a Foggia, dove è diventato religione e mito. Nel libro trovano spazio anche le postfazioni di numerosi giornalisti, tra le quali anche quella di Franco Ordine, volto Mediaset e foggiano doc.

DOVE ACQUISTARLO – Il primo ed unico volume su Zemanlandia che sia mai stato pubblicato è impreziosito da una rassegna stampa dell’epoca dei più importanti giornali nazionali e dichiarazioni dei presidenti delle grandi squadre che elogiarono il Foggia di Zeman. Chi sfoglierà le pagine di Zemanlandia, ripercorrendone episodi e istantanee, non potrà esimersi dall’esclamare con un pizzico di nostalgia e tanto orgoglio, “io c’ero!”.

LA NAZIONALE DEGLI SCAPPATI DI CASA

Prefazione di Maurizio Iorio

LA NAZIONALE DEGLI SCAPPATI DI CASA
Prefazione di Maurizio Iorio

Cinque ragazzi senza particolari doti calcistiche, stanchi di non essere mai convocati in nessuna partita tra amici, si uniscono fondano una squadra di calcetto per poter finalmente giocare e sognare inseguendo un pallone, come avevano sempre sognato. Fermamente convinti di non poter ambire alla vittoria, si mettono insieme con il solo scopo di divertirsi, senza la pressione di dover fare risultato. Ma la magia del calcio, quello vero, giocato nei campi di periferia, unisce quella piccola “Nazionale degli scappati di casa”, facendola diventare il peggior avversario da incontrare. 

Nel racconto frutto della fantasia dell’autore, il protagonista, Nico, ormai quarantenne, ripercorre la storia di quella squadra attraverso le notifiche di un gruppo whatsapp, condiviso con i componenti di quella avventura. Il racconto si sussegue alternando descrizioni del presente a flashback del passato, questi ultimi conditi con un pizzico di sana ironia e humor. Un libro da gustare tutto d’un fiato, perché in fondo tutti tiferebbero per la Nazionale degli scappati di casa, con i piedi non certo “delicati”, ma con un’anima da campioni. 

NICO E AYRTON SENNA

Prefazione di Giorgio Terruzzi

NICO E AYRTON SENNA
Prefazione di Giorgio Terruzzi

Le epiche gesta del pilota di Formula 1 Ayrton Senna ripercorse attraverso gli occhi e i ricordi di Nico, un bambino cresciuto a Foggia tra gli anni Ottanta e Novanta. Una storia intrisa di ricordi e aneddoti, tanto in pista quanto legati alla vita quotidiana del piccolo protagonista. Flashback nostalgici, dalle atmosfere romantiche e ormai vintage dell’Italia in quegli anni. Il mito di Senna,

 

 scomparso in un incidente in pista a Imola nel 1994, accompagna la crescita del piccolo Nico e lo segue fino ad oggi, nell’età adulta, grazie ai ricordi che sovente affiorano alla mente. Il testo racconta e analizza, una dopo l’altra, le sue più grandi imprese sportive. E lo fa con gli occhi di quel bambino che, nonostante siano passati tanti anni, riesce ancora ad emozionarsi al solo ricordo del suo mito sportivo.

FOGGIA '23

Non si può battere una squadra che non si arrende mai

FOGGIA ’23
Non si può battere una squadra che non si arrende mai

Una squadra che ha conosciuto sconfitte dolorose ma che proprio nelle difficoltà più dure ha saputo compattarsi fino a diventare un gruppo. Prima la rincorsa alla salvezza, poi quella a una posizione utile per gli spareggi promozione, infine i playoff condotti con coraggio e una forza che il tecnico Delio Rossi è riuscito a infondere ai suoi. 

 

Vittorie e passaggi di turno cercati con rabbia e determinazione, conquistati in quella che è stata definita zona Foggia, dall’86’ minuto in poi, con una rosa ridotta da squalifiche e infortuni. La piazza che si identifica di nuovo nella squadra è il mix che rende i foggiani, lo Zaccheria e il Foggia un avversario difficile da incontrare.

IL FOGGIA DEL SERGENTE DI FERRO

La squadra che sognò lo Scudetto

IL FOGGIA DEL SERGENTE DI FERRO
La squadra che sognò lo Scudetto

Due stagioni e mezza, dal 1972 al 1974, caratterizzate da una promozione in Serie A e da una dolorosissima e contestatissima retrocessione.

Questa è la storia del Foggia del tecnico Lauro Toneatto, conosciuto nel calcio come il “Sergente di ferro”.

L’allenatore che tutti i calciatori temevano per le sue regole ferree e per i suoi allenamenti sfiancanti, ai quali partecipava in prima persona, guidando il gruppo durante le corse in ritiro a Piancastagnaio, senza tradire fatica, oppure sfidando i suoi ragazzi in un torello, alla ricerca del tackle buono per rubare il pallone.

Ma Toneatto, in realtà, non era solo regole e fatica, sapeva anche come gestire un gruppo.

Un gruppo formato da calciatori straordinari, grandi uomini e con personaggi indimenticabili, da “Vidocq” al “Gaucho”.

Quel Foggia partì dalla Serie B, arrivò fino ai vertici della A. Sognava l’Europa, ma rimediò un’incredibile retrocessione. 

 

GIANNI PIRAZZINI

Capitano per sempre

GIANNI PIRAZZINI
Capitano per sempre

Due stagioni e mezza, dal 1972 al 1974, caratterizzate da una promozione in Serie A e da una dolorosissima e contestatissima retrocessione.

Questa è la storia del Foggia del tecnico Lauro Toneatto, conosciuto nel calcio come il “Sergente di ferro”.

L’allenatore che tutti i calciatori temevano per le sue regole ferree e per i suoi allenamenti sfiancanti, ai quali partecipava in prima persona, guidando il gruppo durante le corse in ritiro a Piancastagnaio, senza tradire fatica, oppure sfidando i suoi ragazzi in un torello, alla ricerca del tackle buono per rubare il pallone.

Ma Toneatto, in realtà, non era solo regole e fatica, sapeva anche come gestire un gruppo.

Un gruppo formato da calciatori straordinari, grandi uomini e con personaggi indimenticabili, da “Vidocq” al “Gaucho”.

Quel Foggia partì dalla Serie B, arrivò fino ai vertici della A. Sognava l’Europa, ma rimediò un’incredibile retrocessione. 

 

L'ORONZO FURIOSO

Foggia-Inter 3-2, 31 gennaio 1965, il romanzo

L’ORONZO FURIOSO
Foggia-Inter 3-2, 31 gennaio 1965, il romanzo

Foggia-Inter 3-2 del 31 gennaio 1965 è la “favola” preferita di tutti i foggiani. Quella che i nonni hanno raccontato e tramandato ai figli e ai nipoti. Da oggi, in occasione del sessantesimo anniversario di questo storico evento, quella partita diventa anche un romanzo. A scriverlo è il giornalista Domenico Carella.
 
I CAMPIONI E GLI ESORDIENTI – Foggia-Inter 3-2 rappresenta per molti il punto più alto dell’ultra centenaria storia dei rossoneri. I satanelli, approdati per la prima volta in Serie A, affrontavano l’Inter Euromondiale di Helenio Herrera, campione d’Europa e del Mondo in carica, nonché futura vincitrice dello Scudetto. In altre parole, la squadra più forte del panorama calcistico internazionale.
 
“LO ZACCHERIA ROSSO” – Il duello sulla carta sembrava impari, per di più giocato sul terreno in sansa (tritato del nocciolo d’oliva) del vecchio stadio Pino Zaccheria. Un impianto all’epoca di poco superiore a un campo sportivo, con tribune in tubi Innocenti e tavoloni di legno. Uno scenario spettrale. Il rettangolo di gioco rossiccio, la polvere che si sollevava ad ogni passo e che rendeva difficile respirare e il calore del pubblico rendevano il catino del vecchio ‘Zac’ un inferno, quindi la casa ideale per i satanelli. I trentamila che assieparono quel giorno gli spalti erano letteralmente indemoniati. Sbattevano all’unisono i piedi sui tavoloni, creando un rumore sordo, cupo, terrificante per qualsiasi avversario.
 
PIU’ FORTI DEI CAMPIONI – Il tecnico Oronzo Pugliese e i suoi ragazzi completarono poi l’opera sul campo. Erano poco più di una banda di ragazzi alla prima esperienza in Serie A. Avevano a loro disposizione solo un po’ di tecnica e tanta fame. Fame di vittorie e di gloria. Tanto bastò per battere la più quotata Inter del mago Herrera. Segnò prima il Foggia con Lazzotti, poi raddoppiò Nocera, con un dribbling che tagliò fuori i difensori nerazzurri (e della nazionale italiana). Sul 2-0 l’Inter reagì con rabbia. Accorciò con un gol di Peirò, poi pareggiò con un gran gol di Suarez. Sul 2-2 lo Zaccheria temeva il peggio, ma a decidere la contesa ci pensò Vittorio Cosimo Nocera: tiro dalla distanza e palla all’incrocio dei pali. 3-2.
 
PADRE PIO – Con la vittoria 3-2 si era realizzata anche la premonizione di Padre Pio. Secondo la leggenda, infatti, il frate aveva accolto l’Inter in ritiro a San Giovanni Rotondo e in quell’occasione, secondo alcuni, avrebbe vaticinato la sconfitta a Foggia e la successiva vittoria del campionato per i nerazzurri.
 
I DUE MAGHI – Quella vittoria entrò di fatto nella storia del tecnico, dei calciatori e dell’intera città. Oronzo Pugliese divenne anche lui Mago alla stregua di Herrera. Diventò il Mago di Turi o il mago dei poveri, uno di quelli che fa miracoli sportivi senza i miliardi dei grandi club. I calciatori ottennero la stima incondizionata dei foggiani, che da quel giorno sono rimasti per sempre legati a questa partita.
 
IO C’ERO – Per anni una sala cinema parrocchiale diffuse ogni sabato sera il secondo tempo del match e la gente esultava ad ogni gol come se fosse la prima volta. Per anni un chiosco di bevande nella villa comunale di Foggia diffuse l’audio della telecronaca, attirando capannelli di appassionati. Foggia-Inter 3-2 rappresenta per la città quello che Italia-Germania 4-3 ha rappresentato per la nazione. E ancora oggi, chi era presente allo Zaccheria, quel 31 gennaio 1965, con un impeto d’orgoglio esclama: io cero!
 
IL ROMANZO – Il libro scritto da Domenico Carella ed edito da Mitico Channel prova a raccontare, in un romanzo, come potrebbero essere andati gli ultimi cinque giorni prima di Foggia – Inter. L’autore immagina situazioni, pensieri e dialoghi di don Oronzo pugliese, citando eventi e dichiarazioni reali, oltre a impiantare la narrazione su un imponente studio delle fonti (come il figlio di Pugliese) per rendere quanto più fedele possibile il racconto.